Liogi fossero tutti sdraiati per terra, e si accovacciò dietro il divano lui stesso,pronto a far fuoco contro chiunque avesse varcato l'ingresso.
«Capo, non serve a niente!», gridò Matteo. «I proiettili non gli fanno nulla. avanzano senza curarsene. Sono quasi qui al portone».
«Indietreggiate! Qui da me!», ordinò Massimo. «Facciamo fronte comune! voi, Da sopra: copriteci!»
Neanche tre secondi, e gli agenti del piano terra erano tutti acquattati intorno ai Liogi e al fianco del loro capo: pronti a un peggio che non tardò a venire. Senza far caso alla differenza tra portone e parete, gli assalitori sventrarono letteralmente l'ingresso. Erano in quattro: tre enormi, deformi e in uniformi nere, come quelli del primo assalto; uno era invece normale, magro, alto, in giacca e cravatta nera e con gli occhiali da sole:
«Patetico!», disse questo osservando gli agenti di Alfani accovacciati di |