Man mano che percorrevano la tortuosa strada che portava sulla cima, un panorama sempre più vasto si squadernava davanti ai loro occhi. Da un lato, il mare sconfinato a perdita d'occhio, dall'altro Palermo col suo dedalo di strade, di piazze e, qua e là, le chiazze verdi dei parchi. La luce primaverile disegnava i contorni di ogni cosa e consentiva di distinguere bene i principali monumenti della città, che aveva visto la dominazione di grandi civiltà e di ognuna di esse conservava i tesori. Dopo ogni tornante sembrava di fare un piccolo passo verso il cielo azzurro, che all'orizzonte si confondeva con le acque del mare. Marco pensò al fratello, che era solito andare spesso su Monte Pellegrino per contemplare la bellezza e la profondità del mondo, e per lasciar liberi i pensieri e sentirsi in pace con l'universo.
Per tutta la salita, Marco e la fanciulla dai capelli rossi non pronunciarono parola, ammaliati dalla magia del paesaggio e dal vento veloce sulla faccia. Entrambi, per motivi diversi, erano contenti e preoccupati allo stesso tempo, e le loro menti andavano dritte al momento, ormai imminente, in cui avrebbero finalmente potuto parlare indisturbati. |