La curva vecchietta avrebbe voluto ascoltare quel che dicevano, ma la curiosità, ancora vispa, non era supportata dall'udito, logorato dagli anni; e il vento disperdeva nel vuoto le parole dei due ragazzi, che andarono avanti così, discutendo a quel modo, per due ore abbondanti. A un tratto, però, si calmarono, come se fossero giunti a una qualche conclusione e stessero preparandosi a qualcosa. L'anziana devota vide la ragazza mettere una sorta di orologio o di braccialetto al polso dell'amico e armeggiare per un attimo sulla moto. Il giovane sembrava contrariato e scocciato. Poi lei tornò verso di lui e accostandosi gli fece un gesto come a dire: «Adesso stai calmo!»... o forse intendeva «fermo» o «pronto»?
I due rimasero per qualche secondo immobili, l'uno di fronte all'altro, e poi scomparvero di colpo, insieme alla moto, senza lasciar traccia... proprio come in un sogno... come se niente e nessuno fossero mai stati lì. L'unica, attonita, testimone, fece uno scatto all'indietro e sbatté più volte le stanche palpebre prima di attribuire al sonno e all'arteriosclerosi quella nuova allucinazione. |