«Racconto io adesso», disse Alessandro. «Per quello che vale, ecco il mio sogno.
Anch'esso […] comincia in classe […] Sergio, Angela e Barbara se ne sono andati lasciandomi solo […] con tante altre persone che non so chi siano. Poi l'aula smette di muoversi e, senza soluzione di continuità, mi ritrovo in una foresta molto fitta, nel chiaroscuro del tramonto. Grossi nuvoloni carichi di tempesta riempiono il cielo. Devo trovare e aiutare Tommaso ma la foresta, la notte e una fitta pioggia mista a grossi chicchi di grandine invadono l'ambiente e sembrano annientare le speranze. Io devo occuparmi dei miei compagni, dargli fiducia... Allora sguaino una grande spada, sfavillante di luce propria, e comincio con forza ad aprire strada per me e per loro nella selva e tra i roveti. La forza mia e della spada sono strabilianti. Avanzo sempre più veloce creando un tunnel nella boscaglia le cui pareti, di punto in bianco, sfrecciano veloci e paiono fondersi con la notte; e, invece che nel bosco, mi ritrovo a volare alto, con quel gruppo di persone, nello spazio […]» |